Internazionalizzazione, holding intermedie e dividendi
Il presente contributo si occuperà di passare in rassegna principalmente i tratti distintivi di natura fiscale che rendono le società holding (incluse quelle intermedie) un importante strumento di pianificazione dello sviluppo internazionale di una impresa. Attraverso una ottimizzazione dei livelli di imposizione, è allora possibile conseguire un più efficiente impiego delle risorse finanziarie all’interno sia di gruppi multinazionali più strutturati, sia nell’ambito di realtà multinazionali di dimensioni più “tascabili”. Si avrà modo di sottolineare più di una volta come – anche alla luce della evoluzione degli istituti della fiscalità internazionale – trainante dovrà essere la messa a fuoco di una chiara strategia di business, per giungerne ad analizzare sia la fattibilità economico-finanziaria sia i conseguenti riflessi di fiscalità. Infatti, per quanto possa essere quasi scontato oggi ricordalo, la ricerca fine a se stessa di meri vantaggi tributari senza un adeguato razionale di business non potrà – presto o tardi – che condurre all’insorgenza di pesanti controversie con le varie Amministrazioni finanziarie coinvolte al punto di mettere a rischio l’intero modello di business e la sopravvivenza (quantomeno di alcuni rami) del gruppo.

Introduzione:
Negli ultimi anni, è sempre più frequente l’utilizzo delle società holding quale strumento per fare impresa, sia che si tratti di progetti concernenti il c.d. passaggio generazionale, sia che si tratti di implementazione di modelli di sviluppo e articolazione del business a livello domestico e sovranazionale. In merito a questo secondo ambito, in particolare, la possibilità di costituire una società holding, domestica o estera, consente – come verrà approfondito nei successivi paragrafi del presente contributo – di rendere maggiormente efficiente la tassazione a livello di gruppo oltre che fornire la possibilità – ad esempio – di una migliore gestione della liquidità (aspetto decisamente cruciale in un contesto macro-economico complesso come quello che stanno affrontando le aziende di ogni dimensione).
Ecco, dunque, che una delle opzioni che è opportuno valutare nelle operazioni di riorganizzazione aziendale è la costituzione di una società intermedia (holding intermedia) che controlli le società situate all’estero del gruppo multinazionale. Questo consente, in prima battuta, di conferire maggiore articolazione al gruppo in un’ottica di espansione del business: infatti, il separare le attività domestiche da quelle estere creando una holding intermedia può favorire l’ingresso di nuovi soci, la vendita di rami d’azienda (ad esempio vendita delle attività estere) e in, ultimo, essere uno strumento utile per il passaggio generazionale.
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