Aprire una filiale all’estero: la normativa controlled foreign companies (CFC) e il c.d. Decreto Internazionalizzazione
Il presente contributo si occuperà di fare luce su una delle tematiche cruciali per l’internazionalizzazione di un’impresa: la normativa CFC, ossia la normativa sulle società estere controllate che possono essere usate dalle imprese per gestire e ottimizzare fiscalmente i profitti derivanti da attività internazionali. Le norme sui CFC contrastano l'erosione della base imponibile e il trasferimento di utili verso giurisdizioni con un basso livello di imposizione fiscale imputando il reddito della società controllata estera alla società controllante italiana in presenza di determinati requisiti.
In questo contributo verranno esaminati i presupposti di applicazione della normativa CFC, con particolare attenzione alle novità introdotte con la Riforma di cui al D.Lgs. 209/2023 (c.d. “Decreto Internazionalizzazione”). Infine, verranno portati 2 esempi concreti di società italiana con un progetto imprenditoriale che prevede l’apertura di una filiale estera, e se ne esaminerà la possibile rilevanza ai fini delle disposizioni CFC.

Introduzione:
Nel contesto macroeconomico attuale, caratterizzato da una crescente globalizzazione e interconnessione dei mercati, l'internazionalizzazione rappresenta una strategia essenziale per le imprese che aspirano a crescere e prosperare. Aprire nuove filiali all'estero non solo amplia le opportunità di mercato, ma migliora anche la competitività, stimola l'innovazione e contribuisce alla gestione del rischio.
In definitiva, l'internazionalizzazione è una leva strategica fondamentale per le aziende che vogliono rimanere rilevanti e resilienti in un'economia globale in continua evoluzione.
L'internazionalizzazione delle attività imprenditoriali comporta numerosi vantaggi, ma espone anche le aziende a una serie di rischi legati alle complessità normative – tra le altre – della fiscalità internazionale.
In questo senso, le disposizioni in materia di controlled foreign companies (CFC) risultano di cruciale importanza: le controlled foreign companies, o società estere controllate, sono entità giuridiche costituite e registrate in un Paese estero, ma controllate da soggetti residenti in Italia. Queste entità possono essere utilizzate per modulare processi di internazionalizzazione, prestando attenzione anche ai risvolti di fiscalità internazionale in un’ottica di razionalizzazione della tassazione complessiva dei profitti derivanti da attività internazionali. In Italia, le norme sulle CFC mirano a contrastare l'erosione della base imponibile e il trasferimento di utili verso giurisdizioni con un basso livello di imposizione fiscale.
La disciplina sulle CFC è stata introdotta in Italia dalla L. 342/2000 quale accoglimento di una raccomandazione inclusa nel rapporto Ocse del 1998 denominato “Harmful tax competition: an emerging global issue”1. L’Ocse, attraverso la raccomandazione 1, indicava come obiettivo per i Paesi membri l’introduzione di regole fiscali aventi come obiettivo il contrasto a pratiche fiscali dannose.
Per leggere l'articolo completo, scarica il documento allegato